“L’unica, possibile e accettabile suddivisione dell’Umanità è: criminali e non criminali. Tutte le altre suddivisioni sono delle misantropiche distorsioni mentali”

 

<< Sire…noi siamo rispettosi per nascita,

…e per costrizione fisica,

ma siamo fiduciosi nella crescita,

la vostra pancia non ci disturba, anzi…mica…

potete mangiarvi persino l’asino intero

… se questo vi fortifica… e gratifica …

…Sì, Sire… questa suona male…

Sì, Re… oddio, questa è peggio…

do, re, mi, fa, sol, la, si …arpeggio

e vado…brucio, brucio,

ci sono caselle che non corrispondono

al mio colore

…brucio, brucio…ahi, che dolore…>>

 

Ruggine, in questi dialoghi, presenta alla lettura un’altissima abilità di mettere in burla dei personaggi così apparentemente “rigidi” nella loro forma e sostanza, e rende quasi canzonatorio il carattere stesso degli attori rappresentati. Qui non ci sono strategie o tattiche che portano alla vittoria della partita e ai pezzi degli scacchi non viene assegnato alcun numero indicativo per capire il peso e la condotta da seguire; non esiste una vera e propria configurazione di Pedoni, Alfieri e Cavalli ma, elemento fondamentale, rimane l’essenza della natura allegra e comica del discorrere, tale da rendere, la commedia stessa, spassosa e leggera, a tratti esilarante.

Non potevano mancare, e non poteva che essere così, i molteplici riferimenti simbolici-filosofici-allegorici alle varie azioni e parole espresse da tutti gli attori in causa. Alle risate seguono le molte riflessioni, lasciando allo spettatore/lettore ogni sua personale forma di interpretazione socio-filosofica.