Altrove.
Se fosse nato altrove, non lì ma altrove…avrebbe avuto lui gli stessi capelli?

Avrebbe avuto, il Re dorato, lo stesso ciuffo, lo stesso colore?

Ah, i suoi magnifici, “sansonici” capelli mossi dal vento,

le cui radici stanno a solleticare la materia grigia sottostante…

i capelli si muovono e ondeggiano e svolazzano,

e le radici agiscono sui neuroni.

La vita può essere una questione di capelli,

nasci altrove e i tuoi capelli sono crespi e neri,

oppure sono lisci e neri, oppure sono di un colore troppo sbiadito, oppure…

e voilà, ed ecco che le radici non agiscono, non solleticano.

O meglio, solleticano in maniera differente, non c’è il ciuffo, …quel ciuffo dorato che acchiappa l’etere… acchiappa!

I neuroni del Re, qualora fosse nato altrove, sarebbero stati solleticati in maniera diversa, avrebbero partorito altri pensieri?

…e i capelli, i capelli agitati da altro vento?

…il vento di Altrove.

 

In questo estratto del mio libro parlo dell’anima come energia.

L’involucro biologico, Java…ci hai mai pensato? … involucro, il nostro corpo. Esso è soprattutto governato dalla nostra mente “terrena”. E se venisse invece, e principalmente, governato da una differente energia, una energia latente …come l’Anima? Sì, Java …e cosa accadrebbe al nostro corpo, ne gioverebbe fisicamente? Essa è una energia sorprendente, presente per forza in ogni essere vivente …pensa alla medusa, così eterea, composta per il 98% di acqua e la restante parte da materiale organico …e poi basta? No, Java… è banale, ma devi volere bene alla tua Anima …non tradirla, non male-dire! L’involucro, Java…il nostro involucro.

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Quest’aria puzza! …posso chiudere la finestra, dottore?

Dio mio, ho un olfatto così potente…e solo di questo fastidiosissimo “potere” sembrerebbe che io sia stato dotato: avverto la puzza seppure questa dovesse provenire da migliaia e migliaia di kilometri di distanza. L’avverto sempre,…ovunque! …Adesso lo dico, …lo dico: dottore, sento continuamente tutte le scoregge del mondo! Ecco, l’ho detto! Non volevo essere così esplicito, …così rasoterra, dottore. Mi spiace…ed è una cosa che in realtà non risolvo col semplice chiudere la finestra, no. La chiudo così, istintivamente, di impulso…pur nella mia stabile consapevolezza che a nulla occorre… ma a volte …sento la necessità di illudermi…

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“Opto per uno spazio allargato. Dopo vicoli, dedali e meandri, grovigli e anfratti, opto per un luogo ampio, infinito! Più nessuna compressione, opto per l’espansione!” Oh, Java, antico amico mio: ho compreso il segreto “semplice” delle Piramidi! Sì, la semplicità della sua forma triangolare; una figura geometrica semplice che è destinata a donare all’uomo concetti complessi. La base della Piramide, confinata dentro i quattro elementi, non è altro che la rappresentazione della nostra amata Terra. Luogo dove noi ci affanniamo per avere non si sa bene cosa. L’espansione, Java, la diversità che converge verso un punto in comune, in alto.

 

Forse più che un non-luogo (così la definizione di utopia di Tommaso Moro), potrebbe trattarsi di una non-condizione. Un non-luogo è, per l’appunto, un “qualcosa” che non c’è, non esiste; per questo motivo irraggiungibile. Mentre una non-condizione può apparire, non solo ai visionari, come un “qualcosa” di raggiungibile, possibile, una volta rimossa la “condizione” che ne impedisce …la visione e l’accesso. Stando a quanto sopra, a Utopia si potrebbe definitivamente sostituire il suffisso di origine greca οὐ (vuol dire Non) con l’altro suffisso εὖ (vuol dire Buono); foneticamente, tra l’altro, molto simili.
Insomma …un Buon-Luogo.
I visionari e i non visionari potrebbe, così, vedere la propria realtà non più come due “mondi” paralleli, destinati a mai incontrarsi, ma come un unico Mondo a divenire. Col solo cambiamento della Condizione.